venerdì 12 settembre 2008

Vintage coding

A: ...e quindi per la tesi 'sto preparando questo progetto in Fortran...
M: In Fortran? Che tristezza?
D: Ha detto veramente Fortran?
M: Mado'! In Fortran ci programmavano i nazisti.

venerdì 9 maggio 2008

Indisponibilità

F: ...ti firmo il contratto e siamo a posto...
A: Ma perchè firmi "Roberto Ruffoni"?
F: Perchè dovrebbe firmarlo lui.
A: E non potresti farlo, allora, firmare a lui.
F: Ma è morto.

mercoledì 16 aprile 2008

Caro Fausto...

...perchè non fai una bella telefonata a tuoi colleghi, i segretari federali degli altri partiti della SA, e vi organizzate una bella gita al lago? Pensa che bello! Diliberto potrà rimandare qualche appello per venire, Pecoraro Scanio consigliarvi i posti migliori da vedere, Giordano imitare Richard Dreyfuss in Incontri Ravvicinati che ci somiglia tanto e Mussi raccontarvi qualche bella storia sulla classe operaia.
Ah, mi dirai, "E il partito?"
Beh, mentre state fuori potete lasciare le chiavi a qualcun altro. Di sicuro ci sarà qualcuno nel partito a cui affidarle... anzi, ho un idea migliore: lasciatele sul tavolino. Siamo la Sinistra, no? E che diamine! E allora chissenefrega delle gerarchie, della gavetta politica... fantasia! Creativita! Mischiamo un po' le carte. Che non ti fidi?
Si, dai! Lasciatele lì. Non sarà una bella sorpresa tornare e scoprire che è successo? Magari approfittiamo dell'occasione per dare una botta di vita a 'sto posto: una tinteggiata alle pareti, appendiamo qualche poster, quello striscione lì lo mettiamo dall'altra parte... potremmo anche liberare qualche stanza. Ora si è pochi, ma di questo posto c'è bisogno. Ora si gira un po', si vede come è la situazione là fuori, si fa qualche domanda e si cerca di far tornare gente. Possibilmente tutti insieme.
Voi andate, andate!
Divertitevi e non preoccupatevi.
Fate con calma. Tornate quando vi pare.
Anche mai.

domenica 13 aprile 2008

Valda

Papà: Ma dove che vai?
Io: Ad Amsterdam.
Papà: Ma mica ti prenderai le pastiglie?

sabato 5 aprile 2008

Economia domestica

E: A Fa', ma la frittata di ieri, con quante uova l'hai fatta?
F: Con sei.
D: Mado'! E chi sei, Bud Spencer?
F: Eh, ma erano scadute.
E: ...

sabato 8 marzo 2008

mercoledì 5 marzo 2008

Gary Gygax

La prima volta che giocai a Dungeons & Dragons avevo 12 anni.
Mi venne chiesto da quelli che consideravo i tipi più "fichi" della classe se volevo giocare con loro, poichè erano a corto di un giocatore. All'epoca ero un ragazzino timido e complessato (contrariamente ad ora, che sono un adulto timido e complessato). Non avevo nessuna idea di cosa fosse un gioco di ruolo, ma solo il fatto di essere preso in considerazione da queste semi-divinità scolastiche mi entusiasmava. Dissi di si, e loro mi mollarono per tutta risposta un pacchetto di fotocopie.
Erano fotocopie del manuale del giocatore della 4° edizione di D&D; la mitica scatola rossa.
Le divorai in una serata.
E davanti mi si aprì un mondo. Un mondo di bui cuniculi, avidi draghi, valorosi guerrieri e potenti maghi. Un mondo del quale per prenderne parte mi bastava qualche amico, carta e matite, dadi poliedrici da valori inusuali - "esistono dadi oltre a quello a 6 facce!?" Meraviglia! - e molta creatività e fantasia.
Fu l'inizio di uno dei miei hobby preferiti. Un hobby che coltivo ancora.
Sono stato qualunque cosa: un guerriero, un sacerdote del dio del tempo, un ladro-stregone, e cambiando gioco e ambientazione, un cavaliere Jedi, un vampiro contemporaneo, una guardia giurata fallita, il capitano di una nave stellare, ma soprattutto, un creatore e gestore di mondi.
Ho giocato in ogni condizione e con ogni compagnia. In casa con gli amici di sempre, sotto il sole estivo riparato da una veranda, nel casino di una fiera con gente mai vista, di notte sulle mura di Lucca, all'esterno di Viterbo armato di una spada di gomma.
Ho conosciuto decine di persone in giro per il paese e a due passi da casa. Amicizie durate lo spazio di una sessione, un'estate o che durano tutt'ora.
Ho intrapreso interminabili discussioni quasi antropologiche su come trattare coi propri giocatori, capziose al limite dell'assurdo sulla creazione di qualche regola, disquisendo quanto D&D incentivasse o ostacolasse l'interpretazione dei personaggi.
E tutto questo... andrà perduto come lacrime nella pioggia... no, no. Quello è Blade Runner.
Dicevo, tutto questo, per me come per altri, tutto ciò che è legato a quella scatola rossa, a quel gioco rudimentale, imperfetto e geniale, non sarebbe mai stato senza uno dei creatori stessi di quel gioco.

Addio, Gary.
E grazie di tutto.