mercoledì 30 maggio 2007

Speedy Municipio. Identità in 5 minuti.

L'altro giorno mi sono recato al municipio dove sono residente per rinnovare la carta d'identità. Era già da un paio di mesi che giravo con quella vecchia scaduta, malgrado l'immancabile avvertimento del comune prontamente finito sotto strati e strati di materiale sulla mia scrivania, e dopo tanto rimandare, e una surreale discussione con i miei coinquilini, uno dei quali asseriva che sarei potuto finire arrestato per mancanza di carta d'identità (?), ho pensato bene che fosse il caso di fare questo sforzo e andare.
L'altro giorno mi sono recato al municipio dove sono residente per rinnovare la carta d'identità. Era già da un paio di mesi che giravo con quella vecchia scaduta, malgrado l'immancabile avvertimento del comune prontamente finito sotto strati e strati di materiale sulla mia scrivania, e dopo tanto rimandare, e una surreale discussione con i miei coinquilini, uno dei quali asseriva che sarei potuto finire arrestato per mancanza di carta d'identità (?), ho pensato bene che fosse il caso di fare questo sforzo e andare.
Data la consueta sfiducia, che da bravo italiano posseggo di default, nei confronti della Pubblica Amministrazione, mi ero preparato un piano d'attacco degno dello sbarco in Normandia: sveglia prestissimo (che per i miei standard non lavorativi vuol dire le 9), 30 minuti per essere pronto a uscire, altri 30 circa per arrivare in loco, X tempo per essere rimpallato di sportello in sportello come ne "Le Dodici Fatiche di Asterix" e dopo aver depositato tutto il necessario, compresa la tonnellata di fototessere d'ordinanza (mi ero premunito saggiamente alcuni mesi prima per un tesserino aziendale facendome fare il triplo di quelle utili), essere poi invitato a ripresentarmi a data da destinarsi.
Purtroppo non avevo tenuto in considerazione due variabili:
  1. La mia naturale riluttanza a svegliarmi presto quando non è in gioco la mia incolumità fisica (es. Non ti sei svegliato e hai mancato l'appuntamento? Adesso vengo a toglierti l'appendice con un coltello da cucina arrugginito!).

  2. I miei coinquilini impegnati a provare il Wii che mi era stato regalato di recente
La considerazione al punto 1 ha fatto si che rimandassi la sveglia di quasi un'ora, giusto il tempo per trovare in piedi il resto di casa impegnato a prendere a cazzotti l'aria coi comandi in mano, come da punto 2.

Risultato?
All'ora nella quale, secondo le mie spericolate fantasie, mi sarei dovuto sedere a tavola dai miei per rinfrancarmi dello scontro con la burocrazia comunale stavo invece sfrecciando a 110 Km/h sull'Appia nel tentativo di arrivare almeno in tempo per il pranzo.
Fortunatamente avevo avuto la bella pensata di fare tutto ciò di martedì (anzi, marteddì, come mi scherzerebbe qualcuno). Ergo, avevo ancora un paio di orette per cercare di metterci un pezza.
E' così, benchè soddisfacentemente rifocillato, ero abbastanza rassegnato all'idea che per qualche motivo e il poco tempo a disposizione, non sarei riuscito a rinnovare la carta e mi sarei così trovato ad aver buttato una giornata.
L'ultima volta che ero stato al municipio si chiamava ancora circoscrizione e c'erano le lire, perciò non mi stupii molto nel trovarlo completamente rinnovato all'interno. Al banco informazioni chiedo dove prendere il modulo per il rinnovo e l'impiegato indica dietro di me: un solo sportello, una sola persona davanti. Mi avvicino e attendo il mio turno aspettandomi da un momento all'altro che appaia un cartellino "chiuso" o che l'impiegata dichiari che ha finito i moduli o non ha il resto per il pagamento. Niente di tutto questo...
Arrivo alla sala centrale con i vari sportelli, prendo il mio bravo numeretto e mi metto a leggiucchiare nell'attesa. Dopo appena 10 minuti arriva il mio turno. Giunto alla sportello, l'impiegata adducendo altri impegni urgenti mi rimpalla da una collega. "A-ha!" pensai "Ecco che siamo alle solite!". Invece, l'altra impiegata mi prende in carico subito, visiona gli altri documenti che avevo con me, raccoglie le foto e nonostante la mia (flebile) resistenza sulla voce "Professione" (Io: "Perchè ha omesso la voce professione? L'avevo indicata."; Lei: "La sua non rientra tra quelle segnalabili"; Io: "Ma come? Ora che ho un lavoro, non posso segnarlo?"; Lei:"Tanto non ci bada nessuno."; Io: "..."), chiede un paio di firme e, dopo una breve assenza, mi consegna la mia carta d'identità nuova fiammante.

Tempo totale: 20 minuti.
Veramente non me l'aspettavo!

Ero talmente incredulo che quasi non volevo arrendermi all'evidenza.
Lei: "Ecco qua!"
Io: "Come? E' già pronta?"
Lei: "Certo. Prenda."
Io: "No, guardi. E' sicura che non manchi niente?"
Lei: "Sicura."
Io: "Allora magari posso passare a prenderla un altro giorno."
Lei: "Ma..."
Io: "Ancora meglio. Facciamo così. Lei mi dice che devo venire per forza un giorno che sono impegnato ad un orario improbabile e quando poi vengo, dopo aver spostato milioni di impegni, mi rimandate alla settimana successiva perchè l'addetto è in malattia. Eh? Va bene?"
Lei: "FUORI DI QUIIII!!" <tirandomi addosso la mia carta d'identità>

Completamente slegato da ciò, ma appena dopo a tali accadimenti, vengo agguantato da un ragazzo e comincia l'angolo del vernacolo.

Lui: "Ahò! Che mme fai da testimone ppe' la carta? Che sennò me tocca tornacce 'n'artra vorta."
Io: "Eeeh... bbeh. Vediamo... ce ll'hai la carta vecchia?"
Lui: "No. Me s'è frullata n'i pantaloni in lavatrice."
Io: "La patente?"
Lui: "No."
Io: "Come? 'N'c'hai 'a patente?"
Lui: "Ancora 'a devo pija."
Io: "Quarche documento? 'Na tessera, un pass, qualunque cosa?"
Lui: "No. Ddaje. Famme 'sto favore!"
Io: "Ma potresti esse' chiunque!? Io che nne so'?"
Lui: "Ahò! Ma dde che cc'hai paura?"
Io: <sospiro> "Me spiace." <e me ne vado>

Bukowski In Da Haus!

D: Sono tuoi questi libri sullo scaffale?
E: Boh! Che libri sono?
D: Cent'anni di solitudine, il gabbiano johnatan livingstone, Bukowski... mi sembra strano che Marco legga Bukowski.
E: Marco è Bukowski.
D: Ma no, dai! Con tutta la sua filosofia del benessere universale.
E: Hai ragione. Marco è Bukowski che si giustifica.