E come era ovvio, è scoppiato un gran casino!
Avevano cominciato i sindacati, esprimendo preoccupazione a più riprese, ha continuato Formigoni, in un escalation di dichiarazioni, per finire con Bossi che annuncia addirittura movimentazioni di piazza. Lasciando perdere il solito e frusto discorso della salvaguardia dell'italianità delle aziende - che nasconde dietro un paravento patriottico il tipico atteggiamento italico-mafiosetto di tenere tutti gli affari in "famiglia" - ciò che è veramente assurdo di tutta la questione è la difesa a spada tratta di quell'aberrazione logica e logistica che è l'aeroporto di Malpensa.
Malpensa è scomodo: 40Km da Milano, a cui è stata collegata solo in seguito da un trenino che comunque impiega 40 minuti dalla stazione Cadorna. Sia i milanesi che i torinesi preferiscono servirsi dei rispettivi aeroporti, Linate e Caselle, per poi raggiungere hub europei e da lì, altre destinazioni. Più che di Milano è l'aeroporto di Varese.
Malpensa è progettato male: per un aeroporto terminato meno di 10 anni fa le anomalie che Malpensa presenta in confronto ai documenti internazionali sulla progettazione di aeroporti sono quasi da record. Le due piste sono troppo vicine rendendo impossibile utilizzarle simultaneamente per decolli o atterraggi. Per raggiungere il piazzale di parcheggio dalla pista più esterna, o viceversa, gli aerei devono forzatamente attraversare l'altra pista. Una condizione potenzialmente pericolosa ad ogni passaggio ("ma tanto ci sono i controllori. Che controllassero." direbbe quella fine mente del presidente Enac, Riggio). Le rotte di partenza e arrivo sono ingombrate più del dovuto dagli edifici dei paesini limitrofi.
Malpensa è un invenzione politica: ora come ora tutto il traffico che vola su Malpensa ci vola unicamente perchè spostato arbitrariamente da Roma, o perchè non gli permettono di andare a Linate, o perchè è traffico di collegamento da altri scali nazionali ai voli delle due categorie precedenti. Il progetto Malpensa 2000 e il riordinamento delle rotte Alitalia sotto la perdente filosofia dei 2 hub sono nate sotto una matrice di mero campanilismo politico. Per l'Alitalia il trasferimento coatto di voli e personale al nord è stato un ulteriore salasso nella già non rosea condizione finanziaria (Altro che soldi del Nord per Alitalia, caro senatùr, sono stati i soldi di tutti per il nord, come sempre).
Qualunque persona sana di mente riporterebbe il centro delle operazioni Alitalia a Fiumicino, com'era un tempo. Ed è probabilmente quello che farà Air France che è sicuramente più libera da influenze politiche che il tandem Airone-banche.
E invece i sindacati e gli eroi del Nord non sono d'accordo.
Perchè? Mi viene da pensare per il medesimo campanilismo politico che ha creato l'anomalia innanzitutto. Altrimenti per quale altro motivo il ricco, produttivo e lavoratore Nord si abbasserebbe a chiedere assistenza allo Stato come una qualsivoglia regione del mezzogiorno? Malpensa deve imparare a camminare con le proprie gambe come fanno da tempo tanti altri scali italiani che si trovano lontani dai pensieri della politica e vicini alle esigenze dei passeggeri. Una soluzione semplice e rapida potrebbe essere trasformarlo in uno snodo low cost. Quale motivo migliore per andare a Malpensa che non per prendere un aereo a prezzi stracciati? La RyanAir l'aveva capito e qualche mese fa aveva offerto un miliardo di euro da investirci sopra.
Che fine ha fatto quell'idea?
Chi dice di avere a cuore le sorti di Malpensa farebbe bene a fare uno squillo al signor O'Leary, invece di sbraitare cose senza senso in TV.
Avevano cominciato i sindacati, esprimendo preoccupazione a più riprese, ha continuato Formigoni, in un escalation di dichiarazioni, per finire con Bossi che annuncia addirittura movimentazioni di piazza. Lasciando perdere il solito e frusto discorso della salvaguardia dell'italianità delle aziende - che nasconde dietro un paravento patriottico il tipico atteggiamento italico-mafiosetto di tenere tutti gli affari in "famiglia" - ciò che è veramente assurdo di tutta la questione è la difesa a spada tratta di quell'aberrazione logica e logistica che è l'aeroporto di Malpensa.
Malpensa è scomodo: 40Km da Milano, a cui è stata collegata solo in seguito da un trenino che comunque impiega 40 minuti dalla stazione Cadorna. Sia i milanesi che i torinesi preferiscono servirsi dei rispettivi aeroporti, Linate e Caselle, per poi raggiungere hub europei e da lì, altre destinazioni. Più che di Milano è l'aeroporto di Varese.
Malpensa è progettato male: per un aeroporto terminato meno di 10 anni fa le anomalie che Malpensa presenta in confronto ai documenti internazionali sulla progettazione di aeroporti sono quasi da record. Le due piste sono troppo vicine rendendo impossibile utilizzarle simultaneamente per decolli o atterraggi. Per raggiungere il piazzale di parcheggio dalla pista più esterna, o viceversa, gli aerei devono forzatamente attraversare l'altra pista. Una condizione potenzialmente pericolosa ad ogni passaggio ("ma tanto ci sono i controllori. Che controllassero." direbbe quella fine mente del presidente Enac, Riggio). Le rotte di partenza e arrivo sono ingombrate più del dovuto dagli edifici dei paesini limitrofi.
Malpensa è un invenzione politica: ora come ora tutto il traffico che vola su Malpensa ci vola unicamente perchè spostato arbitrariamente da Roma, o perchè non gli permettono di andare a Linate, o perchè è traffico di collegamento da altri scali nazionali ai voli delle due categorie precedenti. Il progetto Malpensa 2000 e il riordinamento delle rotte Alitalia sotto la perdente filosofia dei 2 hub sono nate sotto una matrice di mero campanilismo politico. Per l'Alitalia il trasferimento coatto di voli e personale al nord è stato un ulteriore salasso nella già non rosea condizione finanziaria (Altro che soldi del Nord per Alitalia, caro senatùr, sono stati i soldi di tutti per il nord, come sempre).
Qualunque persona sana di mente riporterebbe il centro delle operazioni Alitalia a Fiumicino, com'era un tempo. Ed è probabilmente quello che farà Air France che è sicuramente più libera da influenze politiche che il tandem Airone-banche.
E invece i sindacati e gli eroi del Nord non sono d'accordo.
Perchè? Mi viene da pensare per il medesimo campanilismo politico che ha creato l'anomalia innanzitutto. Altrimenti per quale altro motivo il ricco, produttivo e lavoratore Nord si abbasserebbe a chiedere assistenza allo Stato come una qualsivoglia regione del mezzogiorno? Malpensa deve imparare a camminare con le proprie gambe come fanno da tempo tanti altri scali italiani che si trovano lontani dai pensieri della politica e vicini alle esigenze dei passeggeri. Una soluzione semplice e rapida potrebbe essere trasformarlo in uno snodo low cost. Quale motivo migliore per andare a Malpensa che non per prendere un aereo a prezzi stracciati? La RyanAir l'aveva capito e qualche mese fa aveva offerto un miliardo di euro da investirci sopra.
Che fine ha fatto quell'idea?
Chi dice di avere a cuore le sorti di Malpensa farebbe bene a fare uno squillo al signor O'Leary, invece di sbraitare cose senza senso in TV.
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