domenica 30 dicembre 2007

Quelli che malpensano

Quindi pare proprio che sara Air France ad aggiudicarsi Alitalia. Il piano industriale presentato dai francesi, di cui ancora non si conoscono i termini, ha convinto anche il governo dopo il cda della compagnia.
E come era ovvio, è scoppiato un gran casino!
Avevano cominciato i sindacati, esprimendo preoccupazione a più riprese, ha continuato Formigoni, in un escalation di dichiarazioni, per finire con Bossi che annuncia addirittura movimentazioni di piazza.
Lasciando perdere il solito e frusto discorso della salvaguardia dell'italianità delle aziende - che nasconde dietro un paravento patriottico il tipico atteggiamento italico-mafiosetto di tenere tutti gli affari in "famiglia" - ciò che è veramente assurdo di tutta la questione è la difesa a spada tratta di quell'aberrazione logica e logistica che è l'aeroporto di Malpensa.

Malpensa è scomodo: 40Km da Milano, a cui è stata collegata solo in seguito da un trenino che comunque impiega 40 minuti dalla stazione Cadorna. Sia i milanesi che i torinesi preferiscono servirsi dei rispettivi aeroporti, Linate e Caselle, per poi raggiungere hub europei e da lì, altre destinazioni. Più che di Milano è l'aeroporto di Varese.
Malpensa è progettato male: per un aeroporto terminato meno di 10 anni fa le anomalie che Malpensa presenta in confronto ai documenti internazionali sulla progettazione di aeroporti sono quasi da record. Le due piste sono troppo vicine rendendo impossibile utilizzarle simultaneamente per decolli o atterraggi. Per raggiungere il piazzale di parcheggio dalla pista più esterna, o viceversa, gli aerei devono forzatamente attraversare l'altra pista. Una condizione potenzialmente pericolosa ad ogni passaggio ("ma tanto ci sono i controllori. Che controllassero." direbbe quella fine mente del presidente Enac, Riggio). Le rotte di partenza e arrivo sono ingombrate più del dovuto dagli edifici dei paesini limitrofi.
Malpensa è un invenzione politica: ora come ora tutto il traffico che vola su Malpensa ci vola unicamente perchè spostato arbitrariamente da Roma, o perchè non gli permettono di andare a Linate, o perchè è traffico di collegamento da altri scali nazionali ai voli delle due categorie precedenti. Il progetto Malpensa 2000 e il riordinamento delle rotte Alitalia sotto la perdente filosofia dei 2 hub sono nate sotto una matrice di mero campanilismo politico. Per l'Alitalia il trasferimento coatto di voli e personale al nord è stato un ulteriore salasso nella già non rosea condizione finanziaria (Altro che soldi del Nord per Alitalia, caro senatùr, sono stati i soldi di tutti per il nord, come sempre).


Qualunque persona sana di mente riporterebbe il centro delle operazioni Alitalia a Fiumicino, com'era un tempo. Ed è probabilmente quello che farà Air France che è sicuramente più libera da influenze politiche che il tandem Airone-banche.
E invece i sindacati e gli eroi del Nord non sono d'accordo.

Perchè? Mi viene da pensare per il medesimo campanilismo politico che ha creato l'anomalia innanzitutto. Altrimenti per quale altro motivo il ricco, produttivo e lavoratore Nord si abbasserebbe a chiedere assistenza allo Stato come una qualsivoglia regione del mezzogiorno? Malpensa deve imparare a camminare con le proprie gambe come fanno da tempo tanti altri scali italiani che si trovano lontani dai pensieri della politica e vicini alle esigenze dei passeggeri.
Una soluzione semplice e rapida potrebbe essere trasformarlo in uno snodo low cost. Quale motivo migliore per andare a Malpensa che non per prendere un aereo a prezzi stracciati? La RyanAir l'aveva capito e qualche mese fa aveva offerto un miliardo di euro da investirci sopra.
Che fine ha fatto quell'idea?
Chi dice di avere a cuore le sorti di Malpensa farebbe bene a fare uno squillo al signor O'Leary, invece di sbraitare cose senza senso in TV.

giovedì 27 dicembre 2007

Sei siti di separazione reprise

Il post precedente può sembrare avere un finale incollato alla bene e meglio. Effettivamente stavo per aggiungerci la parte che scriverò qui, poi ho pensato che sarebbe stato meglio averne due più piccoli e, soprattutto, me ne morivo dalla voglia di citare quella frase del mio coinquilino che adoro (la frase, il coinquilino ha i suoi momenti). Se invece il post precedente vi è sembrato che non facesse una grinza e di lettura scorrevole, allora va bene così e potete considerare il periodo di sopra come un vaneggiamento indotto dall'inalazione di trielina.
Comunque, sulla base della riflessione che il recente successo di Blog e Social Network se non ha messo in vetrina chiunque conoscessi ne ha quantomeno esposti parecchi, mi sono concesso una spregiudicata sperimentazione. Vado su Google, digito con cura il nick della persona, premo Invio, et voilà! Il blog della mia ex^2.
Non resisto. Clicco ancora e comincio a curiosare.
E' aggiornato abbastanza regolarmente, layout carino e sobrio, scrive di varie cose in prima persona con una certa verve, tra le quali musica e videogiochi che erano due delle passioni che condividevamo, ed è pieno di foto.
Molto mi conferma di cose che già sapevo da amici comuni: si è sposata e vive negli USA. Vedo anche il marito, un ragazzotto di colore dalla faccia simpatica. Io non vengo mai nominato. Tracce di me possono solo ritrovarsi in un vago riferimento ad un "periodo buio di due anni fa". Meglio così. So che c'ha sofferto quando l'ho lasciata, ma malgrado le sue innegabili qualità eravamo incompatibili. Son contento di vedere che se la passa bene.
La cosa buffa, ma neanche tanto, è stato che se non avessi saputo chi fosse, dalla lettura dei post, avrei pensato: ecco una che mi piacerebbe conoscere.
Beh, d'altronde non è che si sta insieme per niente, e tantomeno queste cose scompaiono quando le strade si dividono. Ed è anche altrettanto vero che contano anche altre cose e queste non sempre traspaiono da cose come i post di un blog (tranne per il mio. Sono veramente arguto e adorabile come i suggeriscono i miei post ;) ).

PS: Ripensandoci, una cosa del suo lato "no" traspariva. Il tipo, il marito, aveva dei post dedicati a lui con il suo tag personale. Cioè, una sezione del blog solo per lui, con i post sulle sue gesta, frasi che dice, e così via.
Lusinghiero si, ma messe in un modo da sembrare più "quanto è bello il pupo mio" che una normale ammirazione del partner. Succedeva anche con me, come se non risultassi già abbastanza stupido di mio.

Sei siti di separazione

Trovo sempre divertenti le coincidenze. Alcune poi sono veramente incredibili. Sarà che non credendo nel destino non posso che rimanere stupefatto da ciò che riesce ad accadere a discapito delle infime probabilità che possa realmente farlo.
Una niente male già la vivo sul posto di lavoro, dove la mia collega è risultata essere amica di un amica della ex^2 del mio coinquilino (nonchè amico).
Sulla rete, che ha poi la duplice caratteristica di mettere ogni cosa a disposizione di tutti e di lasciarcela indefinitvamente, la cosa, aumentando di complessità, almeno apparente, diventa ancora più incredibile.
Proprio l'altro giorno, consultando il Forum, su un post leggo un collegamento ad un blog il cui dominio ha un nome che mi suona familiare. Ci clicco sopra, mentre con una certa facilità la mia memoria comincia a recuperare dati su un periodo neanche tanto lontano della mia vita - circa 8 anni fa - i cui dettagli risultano stranamente sepolti sotto tonnellate di polvere. Incomincio a leggere il blog e di pari passo ricomincio a mettere insieme i pezzi. Sarà lui? Non sarà lui? Nome e cognome coincidono, ma il dubbio resta sempre... beh, c'è un modo infallibile: guardiamolo in faccia. Come la maggior parte dei blog odierni che si rispetti c'è un bel collegamento al suo account di Flickr. Ci clicco sopra e zac! Messo di fronte all'informazione visiva, il cervello, con un ultimo bruciante scatto di elaborazione, mi sbatte in faccia tutto il ricordato. E' proprio lui. Un po' inquartato, certo - d'altronde ha la mia stessa età, ma è proprio lui. Guardicchio un po' le foto e mi perdo fuggevolmente a pensare a cosa ci sarebbe di diverso nella mia vita se avessi continuato a frequentarlo. Magari sarei pure io lì in mezzo a qualche foto, probabilmente conoscerei qualcuna di quelle persone, e quelle a loro volta mi avrebbero influenzato chissà in che modo. Intendiamoci, non che fosse il mio migliore amico del tempo, ma ci si sentiva con una certa regolarità su internet, ci si vedeva alle Con, e una volta andai pure ospite a casa sua nella sua città. Chissà poi perchè non ci si è più sentiti. Or ora che scrivo mi sembra di ricordare un suo trasferimento per lavoro a Brescia e poi l'affievolirsi dei contatti sugli spazi comuni che si frequentava. Adesso che ci ripenso, sono parecchie le persone che frequentavo all'epoca e che ora risultano essere poco più che nomi che vengono ogni tanto riportati in superficie da qualche discussione a margine ("Sai chi ho incontrato a Lucca? XYZ." "Ma dai? Come sta?" "Bene, s'è sposato." "Ma pensa un po'..."), e anche lì i motivi dell'allentamento della frequentazione sono più da ricercarsi in un cambiamento di contesti che in qualche screzio o litigio.
Che le amicize e le compagnie cambino è cosa risaputa, ma la capacità della Rete di sbatterti in faccia una persona del tuo passato in tutto lo splendore delle sue ramificazioni telematiche è qualcosa di nuovo. Insomma, capita di incontrare una persona per caso dopo tanto tempo. Nella maggior parte dei casi si scambiano dei convenevoli e poi si torna entrambi nelle nebbie, a volte ci si promette di rivedersi, raramente ci si rivede sul serio si riprende il filo dove lo si era interrotto. Invece così, non solo ci ritroviamo in mano una sorta di bignami della persona - riflessioni, gusti, impressioni, ecc... - in tempi più o meno recenti, ma oltretutto, compiendo un ulteriore passo logico, nell'eventualità che pensassimo di non lasciare più al caso certe scelte potremmo sostituire la difficoltosa ricerca, che era necessaria una volta, con una semplice su Google.
Ma al di fuori di tutto questo: qual'erano le probabilità che si avverasse una coincidenza come quella di sopra? Io credo poche. Eppure cose del genere avvengono con una certa frequenza. Forse ha ragione il mio coinquilino (quello che stava con la tipa che conosceva eccetera eccetera):
"Alla fine le persone saranno pure tante, ma i personaggi giocanti son sempre gli stessi"

lunedì 26 novembre 2007

Pìdìpìdìelle

D: Certo che Berlusconi ha un coraggio... Parlare di partito nuovo cambiando solamente nome a Forza Italia. E' come prendere una merda incartarla con la carta regalo e dire che è una cosa bella.
E: Non vedo la carta regalo, però.

giovedì 1 novembre 2007

Ineccepibile

E: Uff! Domani ho il processo.
D: Di Kafka?
E: Eh, già. T'immagini? Presentarsi domani in tribunale trasformato in scarafaggio.
D: Ma quella è "La metamorfosi"!
E: E non è un processo pure quella?

sabato 27 ottobre 2007

Shot Message Service

Non mi piacciono gli SMS.
Oddio, a dire il vero non ho mai adorato neanche il cellulare in sè. Non fosse stato per una mia ragazza, prima, e la reperibilità lavorativa, poi e oltre, probabilmente ancora mi divertirei a giocare a fare "L'Ultimo Uomo Sulla Terra" stando senza. Devo ammettere che la recente fagocitazione da parte del telefonino di fotocamere, agende, torce elettriche, lettori musicali e altro, fino a tramutarlo nel coltellino svizzero del terzo millennio, mi ha reso sicuramente più simpatico lo strumento, ma non è, e credo sarà mai, amore.
Comunque, ho scoperto che non mi piacciono gli SMS. Certo, come tutti li utilizzo a quintali - contro le tonnellate dell'utente medio - e anch'io li trovo estremamente comodi e versatili in parecchie situazioni. Quindi, ci si chiederà, perchè?
Beh, innanzitutto, tarpa l'espressività. La regola richiede riduzioni e contrazioni di parole per rispamiare spazio, quindi soldi, ed inoltre provare a scrivere al di fuori del vocabolario T9, moderno MinCulPop in miniatura, è di una pena infernale. Ergo, via tutta la caratterizzazione personale del linguaggio, via i neologismi!
Ma questa non è neanche la cosa peggiore, a dirla tutta. In fin dei conti basterebbe essere meno tirchi e meno pigri, ed ecco che il problema è risolto. Ma come la mettiamo con l'uso improprio dell'SMS?
Perchè fintanto che il nostro destinatario è una persona col quale abbiamo un rapporto chiaro e stabile, nessun problema. "Fra poco arrivo", "Ci si vede stasera", "Che state a fa'?", e tutti felici e contenti. Un altro grande passo avanti dell'umanità grazie alla tecnologia.
Ma se il destinatario è una di quelle persone con cui le cose non sono molto chiare? Mandate il vostro bel messaggio, dopo aver passato almeno mezz'ora a scriverlo e correggerlo perchè volete essere sicuri che dall'altra parte capiscano. E la risposta non arriva. Ne subito, ne poco dopo, ne dopo un'ora, ne dopo un giorno. E' un no? O non è arrivato il messaggio? Sembra una stupidaggine, ma non lo è, badate bene. Quanti sarebbero sereni a cercare di sbrogliare la situazione scrivendo: "Ma ti è arrivato il mio msg? In caso contrario, era per dirti che ti ho sempre amata segretamente.". Beh, a quel punto si telefona, direte. E bravi furboni! Perchè non farlo direttamente, allora? E' qui la risposta è semplice: perchè avevamo troppa paura per farlo e per questo abbiamo usato l'SMS.
Abbiamo paura ad esporci e per questo preferiamo sparare pallottole alla cieca.
E a me non piace, nè quando sparo, nè quando mi sparano.

venerdì 12 ottobre 2007

Ricorsi storici

D: Ma la Ryanair per Francoforte ha cancellato il volo?
M: Si, per lo sciopero.
D: Ecco perchè c'era tutta quella gente in fila in aerostazione...
M: Tanta?
D: Guarda, l'ultima volta che qui ci sono stati così tanti tedeschi incazzati era il '44.

Every Little Thing They Does Is Magic

Probabilmente ha ragione Paolo, questo concerto non ci sarebbe dovuto essere, non sarebbe dovuto esistere. Ma si sa come funziona nel mondo della musica: fintanto che non si sia intromessa l'oscura mietitrice (che io immagino sempre come quella di Pratchett) - e qualche volta anche quando lo ha fatto - è lecito sperare nel ritorno dei Grandi, gruppi o singoli le cui formidabili gesta sono terminate prima che la nostra coscienza musicale prendesse forma. Quando questo ritorno avviene, però, di solito è il momento in cui problemi invece che finire, cominciano.
Saranno ancora loro? Lo fanno solo per soldi? Avranno rispetto dei fan? Sono solo alcune delle domande che cominciano piano ad affollare la tua mente di fan ritardatario. Domande retoriche, ovvio. Perchè, cascasse il mondo, tu già sei pronto a mettere sul piatto tutti i tuoi ricordi di adolescente con le cuffiette del walkman per vedere dal vivo chi, incastonato su un nastro, ti suscitò le emozioni legate a quegli stessi ricordi. Esercizio autoreferenziale rischiosissimo, benchè gli esempi passati fossero confortanti:
I Pixies, benchè sbiaditi, suonarono decentemente.
I Violent Femmes furono addirittura strepitosi nel riproporsi.
Ma i Police, signori, i Police eran roba grossa. A maggior ragione, non si poteva rinunciare.
Perciò, con altri 5 compagni nelle medesime condizioni, si è partiti di mattina su una Megane noleggiata appositamente alla volta del capoluogo piemontese. Mi piacerebbe dilungarmi sul racconto del viaggio andata e ritorno, con tutto il suo carico di spontaneo e goliardico cazzeggio, ma c'è già chi l'ha fatto meglio di quanto potrei io qua. Perciò mi limito a dare le mie impressioni, che possono essere approssimate con una qualunque serie di aggettivi superlativi positivi.
E' veramente difficile trovare le parole. Il trio sale sul palco e attacca suonare come se non avessero mai smesso. Sting potrebbe cantare senza microfono per quanto la sua voce non abbia perso smalto (sarà il sesso tantrico), Andy Summers, benchè sembri lo zio venuto dall'Australia di sè stesso, non perde un colpo (tranne forse quando tenta saltelli in stile The Who che non vanno più su dei 5 cm) e Stewart Copeland pesta quella batteria con un estro e un vigore incredibili (anche se coi capelli grigi e gli occhiali assomigli in maniera inquietante a Gabriele La Porta).
Saranno due ore piene di pura emozione sonora.
C'è il pezzo per il fan, c'è quello per l'estimatore, quello lento, quello veloce. Tutto suonato pari pari come siamo stati abituati a sentirli negli ultimi 20 anni, eppure con un energia tutta nuova fiammante.

Uno dei concerti più belli a cui io abbia mai partecipato.
E anche l'adolescente con le cuffiette.

Raccomandazioni per il viaggio

D: Beh, cara. Buon viaggio, buon divertimento e...
L: Tanta ubriachezza molesta!
D: Così ti voglio!

lunedì 1 ottobre 2007

Ironmax

E' già da un po' tempo che gira la notizia sul prossimo film di ispirazione marveliana che una hollywood ormai scevra di idee originali si appresta a sfornare.
Questa volta si tratterà di Ironman, l'uomo di ferro, il supereroe in armatura per antonomasia.
Per interpretarlo la produzione ha scelto Robert Downey Jr.. Cioè, quello che lui interpreterà veramente sarà il ripieno di Ironman, ovvero l'industriale Tony Stark.



Vedendo il trailer non sembra male come scelta, anche se, pensandoci, sulla piazza c'era una persona migliore per quel ruolo. Insomma, Stark è un uomo brillante, molto sicuro di sè, convinto di saperla molto più lunga di chiunque altro. Durante tutto l'arco delle pubblicazioni del fumetto si rileva un tipo machiavellico per cui il fine giustifica spesso i mezzi. Una persona calcolatrice che per raggiungere i suoi scopi non si fa scrupoli a mettere in mezzo, e a manipolare, amici, colleghi e compagni. Oltretutto agli inizi Ironman non è neanche un supereroe nel senso pieno della parola, visto che viene impiegato per difendere l'azienda di Stark, e quindi protegge interessi particolari. Infine, Stark fisicamente è un uomo di mezza età con i baffetti.
Detto questo, quindi, chi meglio di lui poteva "recitarne" la parte?










Un'altra grande occasione mancata.

venerdì 28 settembre 2007

Vittorie di Pirro

L: Sai quanto costa un certificato di"sana e robusta costituzione"? 15 euro. E il medico non mi ha toccata neanche con un dito! Manco un 33 o dica "Aah!". Guarda... ma magari me piglia un colpo mentre sto in palestra così se ne finisce in galera!
D: Ma non è meglio se gli righi la macchina?

mercoledì 26 settembre 2007

Pensieri

Non è da quanto tempo voli, ma da che altezza cadi.

martedì 25 settembre 2007

Almeno quello...

F: Prodi: "Non tocco le rendite"
D: Già che non dovevano rispettare il programma, potevano scriverne uno più corto.

domenica 16 settembre 2007

Idiosincrasie geografiche asimmetriche

L: Odio viale Marconi.
D: E perchè?
L: Perchè è lontano da dove abito io.
D: Ah. Quindi odierai anche la Nuova Zelanda.
L: No, la Nuova Zelanda la amo, perchè è lontanissima.

martedì 11 settembre 2007

Consigli paterni

[al telefono]
Papà : Hai mangiato?
Io: No.
Papà : Allora puoi fare il bagno.

sabato 8 settembre 2007

Prendi l'arte e mettila da parte

M: Rifacciamo la pietà di Michelangelo?
F: Si, ma 'sta volta senza sigaretta, però.

sabato 25 agosto 2007

Si può anche sbagliare

D: ...il fatto è che reagisci male alle critiche.
M: Io!? Ma vaffanculo!

giovedì 16 agosto 2007

La madre barometro

Io: ...e insomma, col clima tropicale, certi pomeriggi una fiacca!
Mamma: Devi stare attento. Soffri di pressione bassa.
Io: Mah! Solo lì mi è capitato. E poi mi pare strano. Papà soffre di pressione alta.
M: E che c'entra?
Io: Beh, sai com'è? Discendente diretto, ereditarietà , dna, quelle così lì...
M: Ma io soffro di pressione bassa.
Io: Allora dovrei soffrire di pressione media.
M: Tu soffri di quello che dico io!

sabato 21 luglio 2007

I piccoli piacieri della vita

Immaginate.
Siete a bordo di questa splendida macchina. Gustatevi la comodità dei sedili in cuoio trattato. Ascoltate il musicale sibilo del motore. Percepite la strada tramite la leggera vibrazione del volante. Avvertite il fremito alla tentazione di affondare il piede sull'acceleratore.
Immaginate.
...
Io sono nella Ford Focus davanti a voi. Quella fissa a 130 sulla corsia di accelerazione con un altro alla stessa velocità davanti. Quella che ogni volta che avete tentato di superarla sulla destra avete dovuto rinunciare e rientrare per il troppo traffico. Per 30 Km.
Aaaah! Gioia!

domenica 17 giugno 2007

Tutto intorno a noi

A: Pazienza, ragazzo. La fortuna gira.
B: Anche i cetrioli.

lunedì 4 giugno 2007

Passpartout

D: ...che cattivi che siamo!
T: Eh eh eh.
D: Tanto ci attende l'inferno. Lo sai, no?
T: ...
D: Il girone lo scelgo io, però. Di locali hai visto che me ne intendo.
T: Fai pure. Tanto sono abilitato a tutti i gironi.

sabato 2 giugno 2007

Candidato premier

L: Chi votasti alle primarie?
D: Scalfarotto.
L: Sei uno dei 27.000?
D: Si, non ricordavi?
L: No, e com'è?
D: Io ed Emiliano volevamo votare Fini alle primarie, ma non l'hanno candidato. Allora io ho ripiegato su Scalfarotto.
L: Ed Emiliano?
D: Su Mazinga Z.

Essi s’impallano



Come nel film di Carpenter, una minaccia si è subdolamente infiltrata tra di noi nel tempo, arrivando ad occupare i posti più impensabili della nostra società.

E' Windows, signori!

La foto accanto mostra uno dei "rari" casi in cui questa perniciosa diffusione viene rivelata agli occhi di tutti alla stazione Termini (e l'ho visto senza occhiali!)

mercoledì 30 maggio 2007

Speedy Municipio. Identità in 5 minuti.

L'altro giorno mi sono recato al municipio dove sono residente per rinnovare la carta d'identità. Era già da un paio di mesi che giravo con quella vecchia scaduta, malgrado l'immancabile avvertimento del comune prontamente finito sotto strati e strati di materiale sulla mia scrivania, e dopo tanto rimandare, e una surreale discussione con i miei coinquilini, uno dei quali asseriva che sarei potuto finire arrestato per mancanza di carta d'identità (?), ho pensato bene che fosse il caso di fare questo sforzo e andare.
L'altro giorno mi sono recato al municipio dove sono residente per rinnovare la carta d'identità. Era già da un paio di mesi che giravo con quella vecchia scaduta, malgrado l'immancabile avvertimento del comune prontamente finito sotto strati e strati di materiale sulla mia scrivania, e dopo tanto rimandare, e una surreale discussione con i miei coinquilini, uno dei quali asseriva che sarei potuto finire arrestato per mancanza di carta d'identità (?), ho pensato bene che fosse il caso di fare questo sforzo e andare.
Data la consueta sfiducia, che da bravo italiano posseggo di default, nei confronti della Pubblica Amministrazione, mi ero preparato un piano d'attacco degno dello sbarco in Normandia: sveglia prestissimo (che per i miei standard non lavorativi vuol dire le 9), 30 minuti per essere pronto a uscire, altri 30 circa per arrivare in loco, X tempo per essere rimpallato di sportello in sportello come ne "Le Dodici Fatiche di Asterix" e dopo aver depositato tutto il necessario, compresa la tonnellata di fototessere d'ordinanza (mi ero premunito saggiamente alcuni mesi prima per un tesserino aziendale facendome fare il triplo di quelle utili), essere poi invitato a ripresentarmi a data da destinarsi.
Purtroppo non avevo tenuto in considerazione due variabili:
  1. La mia naturale riluttanza a svegliarmi presto quando non è in gioco la mia incolumità fisica (es. Non ti sei svegliato e hai mancato l'appuntamento? Adesso vengo a toglierti l'appendice con un coltello da cucina arrugginito!).

  2. I miei coinquilini impegnati a provare il Wii che mi era stato regalato di recente
La considerazione al punto 1 ha fatto si che rimandassi la sveglia di quasi un'ora, giusto il tempo per trovare in piedi il resto di casa impegnato a prendere a cazzotti l'aria coi comandi in mano, come da punto 2.

Risultato?
All'ora nella quale, secondo le mie spericolate fantasie, mi sarei dovuto sedere a tavola dai miei per rinfrancarmi dello scontro con la burocrazia comunale stavo invece sfrecciando a 110 Km/h sull'Appia nel tentativo di arrivare almeno in tempo per il pranzo.
Fortunatamente avevo avuto la bella pensata di fare tutto ciò di martedì (anzi, marteddì, come mi scherzerebbe qualcuno). Ergo, avevo ancora un paio di orette per cercare di metterci un pezza.
E' così, benchè soddisfacentemente rifocillato, ero abbastanza rassegnato all'idea che per qualche motivo e il poco tempo a disposizione, non sarei riuscito a rinnovare la carta e mi sarei così trovato ad aver buttato una giornata.
L'ultima volta che ero stato al municipio si chiamava ancora circoscrizione e c'erano le lire, perciò non mi stupii molto nel trovarlo completamente rinnovato all'interno. Al banco informazioni chiedo dove prendere il modulo per il rinnovo e l'impiegato indica dietro di me: un solo sportello, una sola persona davanti. Mi avvicino e attendo il mio turno aspettandomi da un momento all'altro che appaia un cartellino "chiuso" o che l'impiegata dichiari che ha finito i moduli o non ha il resto per il pagamento. Niente di tutto questo...
Arrivo alla sala centrale con i vari sportelli, prendo il mio bravo numeretto e mi metto a leggiucchiare nell'attesa. Dopo appena 10 minuti arriva il mio turno. Giunto alla sportello, l'impiegata adducendo altri impegni urgenti mi rimpalla da una collega. "A-ha!" pensai "Ecco che siamo alle solite!". Invece, l'altra impiegata mi prende in carico subito, visiona gli altri documenti che avevo con me, raccoglie le foto e nonostante la mia (flebile) resistenza sulla voce "Professione" (Io: "Perchè ha omesso la voce professione? L'avevo indicata."; Lei: "La sua non rientra tra quelle segnalabili"; Io: "Ma come? Ora che ho un lavoro, non posso segnarlo?"; Lei:"Tanto non ci bada nessuno."; Io: "..."), chiede un paio di firme e, dopo una breve assenza, mi consegna la mia carta d'identità nuova fiammante.

Tempo totale: 20 minuti.
Veramente non me l'aspettavo!

Ero talmente incredulo che quasi non volevo arrendermi all'evidenza.
Lei: "Ecco qua!"
Io: "Come? E' già pronta?"
Lei: "Certo. Prenda."
Io: "No, guardi. E' sicura che non manchi niente?"
Lei: "Sicura."
Io: "Allora magari posso passare a prenderla un altro giorno."
Lei: "Ma..."
Io: "Ancora meglio. Facciamo così. Lei mi dice che devo venire per forza un giorno che sono impegnato ad un orario improbabile e quando poi vengo, dopo aver spostato milioni di impegni, mi rimandate alla settimana successiva perchè l'addetto è in malattia. Eh? Va bene?"
Lei: "FUORI DI QUIIII!!" <tirandomi addosso la mia carta d'identità>

Completamente slegato da ciò, ma appena dopo a tali accadimenti, vengo agguantato da un ragazzo e comincia l'angolo del vernacolo.

Lui: "Ahò! Che mme fai da testimone ppe' la carta? Che sennò me tocca tornacce 'n'artra vorta."
Io: "Eeeh... bbeh. Vediamo... ce ll'hai la carta vecchia?"
Lui: "No. Me s'è frullata n'i pantaloni in lavatrice."
Io: "La patente?"
Lui: "No."
Io: "Come? 'N'c'hai 'a patente?"
Lui: "Ancora 'a devo pija."
Io: "Quarche documento? 'Na tessera, un pass, qualunque cosa?"
Lui: "No. Ddaje. Famme 'sto favore!"
Io: "Ma potresti esse' chiunque!? Io che nne so'?"
Lui: "Ahò! Ma dde che cc'hai paura?"
Io: <sospiro> "Me spiace." <e me ne vado>

Bukowski In Da Haus!

D: Sono tuoi questi libri sullo scaffale?
E: Boh! Che libri sono?
D: Cent'anni di solitudine, il gabbiano johnatan livingstone, Bukowski... mi sembra strano che Marco legga Bukowski.
E: Marco è Bukowski.
D: Ma no, dai! Con tutta la sua filosofia del benessere universale.
E: Hai ragione. Marco è Bukowski che si giustifica.

mercoledì 11 aprile 2007

The Towers Brothers

Roma, ore 6:00
Io: Allora, siamo a 126 miglia da Pescara. Abbiamo mezzo pacchetto di chewing-gum, il serbatoio pieno, è notte e indossiamo tutti e due gli occhiali scuri.
Il mio collega: Andiamo.

martedì 3 aprile 2007

Overbooking

A: Com'è la situazione del volo?
B: Pieno.
A: 'Azz! Pieno quanto?
B: Tieni conto che il pilota è in lista d'attesa.

venerdì 9 marzo 2007

Digital divide

X: Potresti registrarmi un CD su una cassetta?
D: Una cassetta!? Nel 2007?
X: Lo so. Ma è per un amico.
D: E' un amish, vero?